MONETE MEDIEVALI E MATERIALI NELLA TOMBA DI SAN GEMINIANO A MODENA

Di Federica Missere Fontana e Lucia Travaini

PRESENTAZIONE

Da qualche decennio gli studiosi di storia medievale si avvalgono con rinnovato interesse delle fonti “materiali”. Queste hanno offerto e offrono un apporto notevolissimo alla conoscenza del passato,come in modo esemplare dimostra il presente lavoro condotto “a quattro mani” da Federica Missere Fontana e Lucia Travaini . Certo, pensare alla tomba di u santo come fonte ‘materiale’ può produrre nella ‘opinione comune’ qualche perplessità e disorientamento. Un santo è un santo e una tomba è una tomba: con tutte le implicazioni sacrali che u santo e una tomba generano. Eppure, le due studiose dimostrano che esistono diverse modalità di avvicinamento e all’uno (il santo) e all’altra (la tomba), suggerite in particolare da taluni oggetti contenuti nel sacello di san Geminiano a Modena. Soprattutto suscita curiosità e interesse l’insieme delle monete ritrovate nel corso della ricognizione avvenuta nel 1955. I settantadue pezzi furono depositati, secondo la precisa e convincente ricostruzione offerta dalle studiose, in due assai importanti per il culto di san Geminiano: il 1106, quando avvenne la traslazione del corpo del santo; il 1184, allorché fu attuata la prima ricognizione. D’altronde, da tempo la numismatica ha acquisito consapevolezza metodologiche che l’hanno aperta a nuovi orizzonti: tanto da proporre domande impellenti e non secondarie ad altri settori di ricerca. Perché le monete nelle tombe dei santi? La presenza di monete nelle tombe dei santi – persino in quella di san Francesco in Assisi – è attestata sin dai tempi antichissimi della storia cristiana, sicuramente dal IV secolo. Ciononostante, gli storici e gli agiografi non se ne sono mai occupati in modo esteso e sistematico pur essendo un argomento non eludibile.

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